Resumo
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Referências
Su quest'opera, attribuita a Antonino De Marco, vd. F. Abbate, La scultura napoletana del Cinquecento, Roma, 1992, pp. 80-62,
Andrea da Salerno nel Rinascimento meridionale, catalogo della mostra, a cura di G. Previtali, Firenze, 1986, Pp. 199-200 (scheda a cura di À. D'Aniello), pp. 243-245 (scheda a cura di P. Sabino).
Sullo scultore vd. A. Borzelli, Gerolamo Santacroce scultore napoletano del Cinquecento, Napoli, 1924; À Venturi, Storia dellarte italiana, X, La scultura del Cinquecento, tomo Il, Milano, 1935; O. Morisani, Gerolamo Santacroce, in *Archivio storico per le province napoletane”, 1944-46, pp. 70-84; F. Bologna, Problemi della scultura del Cinquecento, in Sculture lignee della Campania, catalogo della mostra, Napoli, 1950; R. Pane, // Rinascimento nellitalia meridionale, vol. 11, Milano, 1977, F. Abbate, La scultura napoletana del Cinquecento,cit. Pp. 149-180; R. Naldi, / viaggio a Carrara neila giovinezza di Girolamo Santacroce, in Le vie del marmo, catalogo
della mostra, Firenze, 1992, pp. 149-162.
Abbate, La scultura napoletana del Cinquecento.cit., p. 172 data Yaltare dopo il viaggio a Carrara e prima delrattare Del Pezzo, quindi nel 1523. R. Naldi, (/ viaggio a Carrara nella giovinezza di Girolamo Santacroce, in Le vie del marmo, catalogo della mostra, cit. p 156 lo rítiene invece anteriore allesperienza toscana collocandolo al 1519-20.
L. Migliaccio, Carrara e la Spagna nella scultura del primo Cinquecento, in Le vie del marmo, catalogo della
mostra, cit., pp.101-136, p. 120.
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